Fergus DePaperoni |
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| DoubleDuckEh? Frittole? Mi sono perso qualcosa? No, è semplicemente un'impressione sbagliata nel posto sbagliato. DoubleDuck, anche se prologo di una saga ben più grande, è tutt'altro che frittolana. Avete presente WOM? Ecco, quello è frittole. Mancano tutte le castronerie tipiche del frittolismo - o se preferite dell'Ambrosianismo - come la "DuckStation", l'"Amuletofonino", o i vari "Paper-" aggiunti davanti ai nomi di personaggi nuovi eccettera. Quelli sono frittolismi. Poi si aggiungono le trame campate in aria, risvolti decisamente forzati e qualsiasi tipo di prevedibilità. Invece abbiamo davanti un prodotto completamente diverso. La prima cosa che salta all'occhio sono i testi di Vitaliano (altro che i vari Ambrosio e Panaro...) e già questo nome è una garanzia di qualità medio-alta, forse non ai livelli di Casty, ma comunque siamo lì. Intanto la sceneggiatura è pressochè perfetta. L'unico difetto si può cercare nella parte finale della storia durante il recupero della valigia. Sono sono presenti termini da far girare nella tomba il caro Walt (la Paperstation è un esempio), e i nomi sono tutt'altro che frittolosi. Aggiungiamo una buona dose di ironia e di auto-ironia (vedi pag. 46) e al tutto ci mettiamo anche i disegni sbavosi del Freccero, in forma come mai. I colori fanno il resto. Una storia da 8.5 sicuramente. Toglietevi dalla testa il frittole, quello è WOM, e almeno per ora è morto.
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