Pk: Paperinik Fan Zone

Perchè. Proprio. Qui?, la mia prima storia pkappika...

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Piccola Pker
view post Posted on 1/3/2012, 11:55




19.37



Uno, da brava intelligenza artificiale, sorvegliava il suo piccolo mondo, la Ducklair Tower. I piani erano tranquilli, gli ascensori funzionavano normalmente, Angus Fangus veniva sgridato nella redazione di 00 Channel. Tutto normale, insomma.



Nessuno sembrava ricordare l’incursione evroniana di poco prima. Nessuno tranne lui… e ovviamente Pikappa. Il suo socio, dopo aver sistemato gli invasori alieni, aveva deciso di fare ritorno a casa, dalla sua famiglia.

Uno faticava a volte a comprendere a fondo questo concetto. Famiglia? Cos’era? Ne aveva una? Se proprio si voleva tentare una comparazione, Padron Ducklair sarebbe stato forse il padre, lui il figlio e Due il fratellino cattivo.

Se Pikappa fosse stato presente, la proiezione olografica di Uno avrebbe riso. Ma ora era solo, ed era inutile questa finzione, oltre che un po’ triste.

Niente da fare, un’intelligenza come la sua si annoiava a sorvegliare solo i corridoi della torre. Uno decise di allargare il suo sguardo collegandosi alle telecamere di sorveglianza della città. Meglio buttare un occhio, anzi, diecimila, in giro. In fondo, era o no l’assistente di un supereroe?



Fu allora che la notò. Una piccola monovolume dai colori mali assortiti e molto sgargianti. L’auto con la targa più corta che avesse mai visto. La macchina del suo socio Pikappa, anzi, visto che era in abiti civili, sarebbe stato più corretto chiamarlo col suo vero nome.



Ma il comportamento di Paperino era strano.



Prima di tutto, stava superando, anche se di poco, i limiti di velocità. Di poco, probabilmente, per i limiti strutturali della 313, visto che il volto del papero mostrava tutta la sua ansia.

Altro fatto degno di nota: stava tornando alla Ducklair Tower, senza che lui l’avesse chiamato. Non aveva senso, dopotutto se n’era andato da malapena mezz’ora!

E, ultimo ma non meno importante, aveva un passeggero a bordo. Un passeggero più basso di lui e con un cappuccio ben calato sulla testa.



Paperino parcheggiò malamente l’auto vicino alla torre e scese. Il passeggero non si mosse. Il papero provò a insistere un po’, poi lo prese per mano e l’altro, senza fare resistenza, lo seguì. Prima di entrare nell’ingresso, Paperino si fermò e aggiustò bene il cappuccio sulla testa del suo accompagnatore; poi, più veloce che riuscì, se lo trascinò sull’ascensore.



« Uno, piano segreto, per favore. »



L’intelligenza artificiale avrebbe voluto protestare, ma si bloccò. Non gli aveva mai sentito quel tono di voce così… triste.

La porta dell’ascensore si aprì su una stanza buia e anonima, con un paio di divanetti appoggiati alle pareti.

Paperino sospirò:« Uno, per favore, puoi evitare di fare questi giochetti con l’arredamento? »

« E tu puoi evitare di portare intrusi qua dentro? »

« Senti, è un’emergenza! »

« Quale emergenza? Niente è più importante della sicurezza della Ducklair Tower! »



Paperino scoppiò:« QUESTO È PIÚ IMPORTANTE DI TUTTO!!! DI TUTTO!!! POSSIBILE CHE CON TUTTI I TUOI SENSORI NON TI SIA ACCORTO DI NULLA? O SEI L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PIÚ LENTA DEL MONDO O HAI DAVVERO UN CUORE DI SILICIO!!! »



Uno rimase spiazzato. Non si aspettava questa reazione.



Paperino scosse la testa e riprese per mano il suo ospite, trascinandolo su un divanetto. Quando entrambi si furono seduti, iniziò ad accarezzargli la mano e ad abbracciarlo bisbigliando:« Tranquillo, andrà tutto bene, tutto bene… »



Uno non capiva più nulla. Chi era il personaggio che il suo socio trattava con tanta gentilezza? E perché quest’ultimo non reagiva?

L’intelligenza artificiale dovette però dare regione all’amico: non aveva controllato l’inatteso ospite con i suoi sensori. Sarebbe stata la prima cosa che avrebbe dovuto fare, ma era talmente preso dallo strano comportamento di Paperino…



Uno scansionò con attenzione l’individuo. Comprese subito l’anomalia, ma non la reazione così accesa di Paperino. Non era la prima volta che ne incontrava e non aveva mai reagito così. A meno che…

C’era un’analisi che non aveva fatto. Non l’aveva ritenuta necessaria, visto che aveva individuato all’istante che il soggetto era terrestre. Ma quando l’ebbe conclusa, Uno si diede dell’idiota per la prima volta da quando Everett aveva avviato il suo programma. Come aveva fatto a non capire?



« Io… scusami, hai ragione, sono l’intelligenza artificiale più lenta del mondo… non avevo scansionato… non avevo capito… »

La stanza si aprì, ritornando quella a cui Paperino era abituato. L’ologramma verde di Uno si ripresentò con la faccia più addolorata che aveva nel database.

« Non fa nulla. Anzi, scusami tu, per prima… tu non potevi sapere, avrei dovuto avvertirti prima di portarlo alla Ducklair Tower, ma ero troppo sconvolto! »

Uno avvicinò la sua immagine al piccolo ospite col cappuccio:« Quale… qual è dei tre? »

Paperino tolse il cappuccio, di colpo. Non era più necessario.







« Ciao Uno! A domani! »

« Ciao, Pikappa! »

Paperino scese con l’ascensore e si accomodò (per modo di dire) sul suo adorato ferrovecchio, la sua 313. Dopo aver concluso il suo turno di sorveglianza della torre, nei panni di Paperinik aveva appena sconfitto una piccola incursione evroniana ed era stanco morto. Nessuno poteva negargli una bella partita del Paperopoli in TV con tanto di pop corn!

Il cellulare squillò. Il papero sbuffò: sicuramente era Uno, ad informarlo di una nuova quanto improbabile minaccia aliena. O al massimo zio Paperone per affibbiargli un altro dei suoi “lavoretti”!

Al semaforo lo prese, ma sbarrò gli occhi: non era nessuno dei due.

Era il numero di Quo.

No, non era normale. Di solito i suoi nipotini gli mandavano degli sms, non lo chiamavano quasi mai, soprattutto quando sapevano che poteva essere al volante.

Paperino conosceva bene le norme del codice stradale, sapeva che non si sarebbe dovuto fare, ma l’ansia che gli prese lo stomaco mandò al diavolo ogni prudenza.

« Pronto? »

« Zio Paperino, dove sei? »

La stretta allo stomaco aumentò d’intensità. Conosceva Quo abbastanza bene da capire dal tono di voce che stava trattenendo a stento le lacrime.

« Sono quasi arrivato a casa! Cosa succede? »

« Non lo so! Non capiamo! Abbiamo guardato anche sul manuale delle Giovani Marmotte, ma non dice nulla a proposito! Non sappiamo che fare! »

Paperino parcheggiò malamente vicino al suo steccato. Non aveva capito nulla, ma se i suoi nipoti avevano cercato informazioni sul loro manuale e non avevano trovato nulla, la cosa era per lo meno preoccupante. Su quel libretto c’era quasi tutto lo scibile umano, era da tempo che sospettava che Everett Ducklair si fosse ispirato a quello per creare Uno!

Senza nemmeno staccare la chiamata, il papero entrò in casa.

Vide gli occhi in lacrime di due dei suoi nipoti, che non sapevano cosa fare.

Vide uno sguardo che conosceva troppo bene.








Si morse il becco per trattenere le lacrime« Perché? Perché. Proprio. Qui? »

« Gli evroniani attaccano un po’ dappertutto, non solo qui! »

Paperino scosse la testa:« No, Uno, non hai capito. È normale, in fondo, tu non li hai visti prima… »

« Già, per capire chi fosse sono dovuto ricorrere all’analisi del DNA. A essere sincero non mi hai neanche detto i loro nomi! »

Paperino sorrise tristemente:« Davvero? Bè, allora lascia che te lo dica ora! I miei nipoti si chiamano Quo, Qua… »

Un brivido lo scosse. Una carezza aveva sfiorato per un attimo la nuova fiammella azzurra che incastonava le bianche piume dei capelli del ragazzino:« … mentre lui è Qui! »




sono stata molto indecisa se pubblicare o meno questa storia qui... viene già pubblicata sul sito di efp con un discreto successo, ma so bene che qui è più difficile, perchè ho a che fare con veri esperti di PK!
so che paperino qui è più emotivo del solito, e di questo mi scuso: è la prima storia drammatica che scrivo e forse mi sono lasciata prendere la mano! comunque vi annuncio che c'è già il prossimo capitolo pronto, che pubblicherò fra un pò nella speranza di ricevere almeno un commento! sono più che aperta alle critiche di qualsiasi tipo!
fatemi sapere!
 
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evose
view post Posted on 1/3/2012, 14:37




troppo bella!
p.s. non ti scusare per l'emotività di paperino... in fondo... loro sono come i suoi figli!
 
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view post Posted on 1/3/2012, 18:18

Millennium Pker

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L'avevo letta su EFP. Che dire? M'ha colpito molto lo stile con cui l'hai scritta, senz'altro ragguardevole, tuttavia il fatto che la vittima sia proprio Qui... Non so, mi da un qualcosa di un po' irreale: alla fine nelle storie gli Evroniani si sono sempre tenuti al centro di Paperopoli (eccezion fatta per quanto, all'inizio, seguirono paperino fino a casa per via della spia che lui aveva addosso). Però può essere anche un grande spunto: alla fine i personaggi classici non sono stati per niente sfruttati ai fini di pkna (persino lo zione si vede giusto ogni tanto per qualche breve gag, ma per quanto lo riguarda ha visto ben poco di quello a cui è abituato PK.)
 
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Piccola Pker
view post Posted on 1/3/2012, 18:29




CITAZIONE (Nightrun @ 1/3/2012, 18:18) 
Però può essere anche un grande spunto: alla fine i personaggi classici non sono stati per niente sfruttati ai fini di pkna (persino lo zione si vede giusto ogni tanto per qualche breve gag, ma per quanto lo riguarda ha visto ben poco di quello a cui è abituato PK.)

L'idea è venuta proprio da questa considerazione. Gli evroniani, almeno in teoria, dovrebbero colpire indiscriminatamente, eppure per qualche misterioso motivo gli amici/parenti di Paperino non li hanno mai visti. Per quanto Paperopoli sia una grande città, la cosa mi sembrava innaturale. Ho preso Qui come "vittima" perchè secondo me qualsiasi altro personaggio non avrebbe coinvolto a sufficenza il papero. Con Paperina a volte litiga, con i vari cugini, amici, parenti ha comunque ogni tanto sempre qualcosa da ridire. I suoi nipoti sono veramente gli unici che lo appoggiano e lo difendono incondizionatamente in qualunque situazione (almeno sulle storie di Topolino).
Spero che ti sia piaciuta lo stesso. E grazie per i complimenti!


@evose: anch'io la penso come te ed è per questo che ho fatto reagire Pk in questo modo!
 
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Maximillion_Pegasus
view post Posted on 2/3/2012, 08:23




Bella, ma mi ha colpito soprattutto il titolo. E' geniale, soprattutto per il fatto che ti aspetti tutt'altro quando lo vedi, e invece capisci cosa vuol dire davvero solo dopo aver letto la storia.
 
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Piccola Pker
view post Posted on 13/3/2012, 18:13




20.18



Uno aveva lasciato Paperino al suo dolore. Non sapeva cosa fare, cosa dire. Entrambi conoscevano le conseguenze della coolflamizzazione sugli esseri umani. Entrambi sapevano che l’intelligenza artificiale poteva poco o nulla per annullarne gli effetti. Ma forse poteva capire come era successo.

Uno cercò di accedere a tutte le registrazioni della giornata di tutte le telecamere della città e analizzò i filmati con cura. Impiegò ben otto minuti, un enormità per lui. Voleva essere certo dei suoi risultati.



« Pikappa… forse ho trovato qualcosa… so che non ti farà piacere, ma ho trovato il momento in cui Qui… in cui Qui è stato coolflamizzato! E forse può essere d’aiuto… »

No, Paperino non aveva alcuna voglia di vederlo, ma glielo doveva.

Uno fece partire il filmato.





17.45



Cinque evroniani puntano su Paperopoli e cercano di coolflamizzare chiunque incontrano. Una piccola sortita.

Un papero incombe su di loro. Qualcuno lo definisce eroe. Altri mascherina. Gli evroniani di sicuro lo conoscono con il suo nome di battaglia.

« Pikappa!!! »

Il papero mascherato si presenta su posto armato del suo fido extransformer:« Salve! Volete iniziare una festa senza di me? Se non m’invitate mai finirò per offendermi! »

Quattro evroniani sono confusi e lo attaccano.



Una telecamera però ne inquadra uno che non si è accorto della presenza del supereroe e continua nella sua opera di conquista.

E un paperotto gira l’angolo sbagliato, al momento sbagliato.






Paperino distolse lo sguardo.

Uno intervenne:« Paperinik, sono stati gli evroniani di oggi! »

« E allora? Cosa abbiamo risolto sapendolo? »

L’ologramma gli fece l’occhiolino:« Non ricordi, supereroe? Prima di tornartene a casa mi hai portato tutte le pistole aliene che hai trovato. Tutte e cinque! »

Uno scaricò le cinque evrogun sul pavimento del 151esimo piano. Paperino le fissò per qualche secondo, poi capì:« Quindi in una di queste c’è Qui! »

Il papero abbracciò il nipote. Per lo meno le sue emozioni non erano diventate la cena di un evroniano, era già una buona cosa! C’era ancora una speranza.

Paperino si risollevò:« Mi sono già trovato in questa situazione! Se ho liberato Angus, vuoi che non ce la faccia con Qui? »

Uno raffreddò un po’ i suoi entusiasmi:« L’altra volta la pattuglia evroniana era rimasta nelle vicinanze e ce l’hai fatta solo grazie all’aiuto di Xadhoom… come farai stavolta, visto che non c’è? »

« M’inventerò qualcosa, la fantasia non mi manca! »

L’ologramma lo guardò con la stessa espressione che una mamma rivolgerebbe al figlio mentre le comunica che vuole diventare astronauta:« Pikappa… »

Peperino lo fissò con tutta la serietà possibile:« Pensi che mi arrenderò? »

Il faccione di Uno sorrise:« No, altrimenti non saremmo ancora qui a discuterne… ok, socio, cercherò la più vicina nave evroniana! »

« Evvai! »

« Ma tu dovrai fare qualcosa, nel frattempo… »

Il papero lo fissò perplesso.

« Ti ricordo che hai altri due nipoti che ti stanno aspettando a casa… »

Ops! Aveva detto loro che avrebbe portato Qui in ospedale, ma non aveva ancora dato loro notizie. Era il caso di farlo, ed era anche il caso di trovare loro una baby sitter, finché non sarebbe tornato dallo spazio profondo! Come poteva fare, visto che Paperina era andata ad Ocopoli con le amiche per il primo giorno dei saldi? Paperino prese il cellulare e scorse la rubrica cercando il numero di qualche cugino, ma l’occhio gli cadde su un altro nome.

Sì, forse era la persona più adatta…







« Capo, ho bisogno di un permesso! »

« TU? Tu che chiedi un permesso? Da quando sei qui è la prima volta! »

« C’è sempre una prima volta, capo! »

« Ok, vai pure… Angus! »

Il reporter si voltò:« Che vuoi, capo rompiscatole? Ho finito il turno! »

« E invece no! Devi presentare l’edizione della sera! »

« Ma non doveva farlo… »

« Ha chiesto un permesso… »

Angus lanciò il cappotto sulla scrivania e rientrò sbuffando:« Maledetta Lyla… »







L’ologramma di Uno sorrise:« Credo che i tuoi nipoti saranno rimasti un po’ sorpresi… »

Paperino ridacchiò:« Già, avere una giornalista come baby sitter non capita tutti i giorni! Comunque preferisco che ci sia lei con loro, mentre vado ad affrontare gli evroniani… in caso d’emergenza saprà come difenderli! »

« E credi che io non l’avrei fatto? »

Il papero gli fece l’occhiolino:« Due sono meglio di Uno, no? Senti, visto che hai detto che per la tua ricerca ci vorrà un po’, ti spiace se mi riposo? Ho avuto troppe emozioni per oggi… »

« Tranquillo, eroe, riposa pure… penso a tutto io… »





20.45



« Socio… »

Paperino aprì un occhio, un po’ assonnato:« Uno… »

« Non muoverti e guarda alla tua sinistra… »

La frase era poco rassicurante, ma il tono dell’intelligenza artificiale era molto amichevole, quasi intenerito.

Il papero si voltò lentamente. La testa di Qui era delicatamente appoggiata alla spalla dello zio e il suo respiro era lento e regolare. Con gli occhi chiusi e quell’espressione così rilassata sembrava quasi di essere tornati indietro nel tempo, quando i tre gemellini, di tanto in tanto, si addormentavano sul divano sulle sue ginocchia.

« Non appena ti sei addormentato, anche lui si è seduto di sua spontanea volontà e si è appisolato così… comportamento per lo meno anomalo, per un coolflames! »

« Non chiamarlo così, Uno, non te lo permetto! »

Era una minaccia sussurrata ma serissima.

« Non hai capito, era un complimento! Ho due buone notizie per te, Pikappa! Anche se so che non ti farà piacere, devo rimettere il filmato di prima da dove l’avevo interrotto… »

Paperino non protestò, non si mosse neppure. Qui non si era ancora svegliato e lui non aveva intenzione di costringerlo a farlo.





17.46



L’evroniano distratto spara verso Qui. Il paperotto non si accorge di nulla. Tuttavia il colpo non va subito a segno. Un papero mascherato volante ha colpito l’alieno con un pugno dell’extrasformer proprio mentre premeva il grilletto dell’evrogun. Il colpo rimbalza, come impazzito, e colpisce finalmente il suo bersaglio.



Di striscio, però.



Qui rimane imbambolato e lentamente una leggera fiammella azzurra lo avvolge. I suoi fratelli escono dal negozio di elettronica dov’erano entrati e lo vedono. Lo chiamano ma non risponde. Alla fine riescono a farsi seguire, più per automatismo che per altro.

Mentre succede tutto questo, l’eroe mascherato ha sgominato i suoi avversari. Pikappa non si accorge di nulla di quello che è successo in strada.





Uno interruppe il filmato:« Capisci? Il tuo nipotino non è stato preso in pieno! Non è stato completamente coolflamizzato! Se è così c’è ancora una speranza! »

Paperino sorride e accarezza dolcemente il volto di Qui.

Uno continuò:« Guarda bene la fiammella sulla sua testa: è turchese, non blu! E la sua dimensione è molto ridotta rispetto a quella di altri coolflames che abbiamo incontrato! Non può parlare, né provare emozioni, ma forse ricorda quelle passate! »

Il papero sospira:« E la seconda notizia, Uno? »

Una carta spaziale appare sullo schermo:« Ho trovato un incrociatore evroniano, socio, e la nave spaziale è quasi pronta al decollo! »

Paperino annuì, svegliò dolcemente Qui e prese il costume.

« Sei sicuro di volerti cambiare davanti a lui? C’è il rischio che ricordi tutto, una volta tornato alla normalità! »

« Nessun segreto ho più molta importanza, Uno… alle conseguenze penserò dopo! Ora voglio solo che Qui non si spaventi nel caso non veda più suo zio... forse vedendomi indossare il costume di Pikappa, capirà che sono sempre io! »

« È probabile, socio! »

Il papero indossò gli stivali gialli e finì di annodare la mascherina dietro la nuca. Non c’era più Paperino. Pikappa era tornato in azione.



« Bene, Qui, sono pronto! Andiamo! »

Il paperotto non si mosse.

« Qui? Cosa c’è che non va? Sono sempre io, sono sempre lo Zio Paperino! »

« Ehm… socio? »

« Cosa c’è? »

« Ti sei mai accorto… che quando agisci nei panni di Paperinik parli in falsetto? »

Il papero si morse la lingua.

« Davvero? Dev’essere un vizio che mi è rimasto da quando facevo il vendicatore, all’inizio… »

« Tu che facevi il vendicatore? »

Molteplici ologrammi di Uno si replicarono per la stanza per una risata corale. Pikappa lo fulminò con lo sguardo.

« Perdonami, socio, ma non ti ci vedo proprio nei panni di Xadhoom! »

« È una storia di tanto tempo fa… la mia voce è molto riconoscibile e spesso mi ritrovavo ad avere a che fare con gente che mi conosceva molto bene… non mi sono mai reso conto di continuare a parlare così! Lo faccio sempre? »

« Per lo meno da quando ti conosco! Prova a chiamare Qui con la tua solita voce… »

Il papero sospirò. Chiuse gli occhi e per un attimo s’immaginò con la sua solita blusa da marinaio.

« Qui! Vieni con me, per favore? »

Il piccolo papero, seppure con lo sguardo perso nel vuoto, iniziò a camminare verso di lui.

Uno commentò:« Come immaginavo… tuo nipote è guidato nelle sue azioni dai ricordi più carichi di emozioni! »

« Devi sempre avere ragione, eh? Comunque è molto probabile, Qui in passato mi ha incontrato nei panni di Paperinik… ma probabilmente la mia solita voce gli è molto più familiare! »

Il papero prese Qui per mano e iniziò ad avviarsi verso la navetta.



« Pikappa? »

« Sì? »

Una mano robotica gli lanciò un piccolo cilindro metallico, che il papero afferrò al volo.

« Quello è il serbatoio di una delle evrogun di prima. Lì dentro c’è Qui! »

Paperinik sorrise:« Grazie, Uno! »

L’ologramma verde gli fece l’occhiolino:« A cosa servono gli amici? »





20.55



Pikappa si voltò verso il nipote, seduto docilmente al suo fianco nella navetta. Prima di accomodarsi anche lui gli aveva amorevolmente agganciato la cintura di sicurezza.

« Uno! Quanto tempo ho ancora prima della partenza? »

« Quattro minuti circa… perché? »

« Vorrei telefonare a casa prima di partire! Sai, credo che una chiamata intersiderale mi costerebbe troppo! »

« Fai pure, socio, ma occhio alla voce! »

Il papero annuì, prese il telefono e attese che gli rispondessero.



visto che sembra che la storia sia piaciuta, mi azzardo a pubblicare il secondo capitolo... anche se qui mi aspetto un linciaggio per come ho trattato la voce di PK!!! aahh!!! vabbè, fatemi sapere lo stesso!

@Maximillion_Pegasus: mi fa piacere che tu l'abbia apprezzato, ero un pò dubbiosa... soprattutto per aver messo tutti quei punti per non far risultare troppo strano il Qui maiuscolo...
 
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evose
view post Posted on 13/3/2012, 18:57




era ovvio che pk ha una voce diversa da quella di paperino! non ti preoccupare!
 
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Piccola Pker
view post Posted on 13/3/2012, 19:01




a parte questo ti è piaciuta?
 
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evose
view post Posted on 13/3/2012, 19:24




Certo! Sopratutto quando Qui si addormenta affianco di Paperino! Troppo tenera!
 
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Nimbus
view post Posted on 13/3/2012, 19:40




Complimenti, veramente un ottimo lavoro! Attendo il seguito con impazienza! :D
 
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view post Posted on 13/3/2012, 19:50

Millennium Pker

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La parte che parla diversamente come Paperinik è geniale. In effetti il tono di voce di Paperino è fin troppo sgamabileXD
 
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view post Posted on 14/3/2012, 20:02
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Spero di veder presto il terzo capitolo!
 
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Piccola Pker
view post Posted on 23/3/2012, 18:40




20.56



Tu… tu… tu…



Paperino odiava quel maledetto suono intermittente della cornetta del telefono. Sembrava volesse prenderlo in giro. Quand’era piccolo ci giocava, rivolgendogli delle domande. Ricordava di aver fatto quel gioco anche con i nipotini.

Che domanda poteva rivolgere al telefono ora?



“Chi è Pikappa ?”



Tu… tu… tu…



Già, era lui. L’eroe mascherato attaccato al telefono che si specchiava nel finestrino della nave spaziale. Con una grossa ruga di preoccupazione che gli attraversava la fronte.

Il papero scosse la testa e chiuse gli occhi. No, non doveva pensare di essere Paperinik, o rischiava di rispondere con la voce sbagliata! Prima di essere Pikappa, prima di essere Paperinik, lui era sempre Paperino. Era Paperino, uno zio preoccupato che chiama i suoi nipoti, e nient’altro.



“Chi è Paperino ?”



Tu… tu… tu…



Risposta esatta, piccola cornetta rompiscatole.



Tu…



« Pronto? »

« Ciao Qua! »

Il paperotto impiegò un secondo a rispondere, un secondo che al papero parve un secolo. Che voce gli era uscita?

« Ciao zio! Quo, vieni, è lo zio Paperino! »

L’eroe tirò un intimo sospiro di sollievo.

Mentre sentiva i passi di Quo avvicinarsi, chiese:« È arrivata Lyla? »

« Sì, sì, tutto a posto. Ci sta preparando la cena, ma lei ha detto che ha già mangiato… »

Già, un droide non ha bisogno di mangiare. Paperino alzò gli occhi al cielo, sperando che la Tempolizia avesse inserito nel database di Lyla delle ricette di cucina commestibili anche per dei paperotti del ventesimo secolo, possibilmente non contenenti benzina, idrogeno o chissà quale diavoleria che l’alimentava!

« Ciao, zio Paperino! »

« Ciao Quo! »

Se li stava già immaginando, entrambi attaccati alla cornetta, mentre se la litigavano silenziosamente per poter sentire o parlare meglio. Di solito era una lotta a tre. Di solito.

« Come… come sta Qui? »

Eccola, la fatidica domanda. Paperino si sentiva un verme per quello che stava per rispondere, ma si rese conto di non avere altra scelta.

« L’ho portato in ospedale. I medici hanno deciso di tenerlo sotto osservazione per la notte, quindi rimarrò qui con lui! »

« E che cos’ha? »

Ahia! Domanda più che legittima, quella di Qua!

« Una… una reazione allergica! Almeno da quello che ho capito… sapete, io non sono un medico! »

Uno, che non poteva fare a meno di ascoltare la conversazione, rimpianse una volta di più di non avere un corpo per potersi sbattere una mano sulla fronte. Una reazione allergica! La peggiore bugia medica mai raccontata nella storia!

« Ah… capisco… »

No, Paperino non era per niente sicuro che avessero capito. Dal tono della voce non sembrava proprio. Meglio togliersi d’impiccio prima di peggiorare la situazione!

« Mi potete passare Lyla, ragazzi? Vi richiamo più tardi, prima che andiate a dormire! »

« Ok… è qua! Te la chiamo subito! »

« Grazie… ah, ragazzi! »

« Sì? »

Il papero deglutì rumorosamente.

« Riporterò a casa Qui prima di domattina. È una promessa. »



« Lyla, ti vuole zio Paperino! »

« Grazie, Qua! »

« Sono Quo! »

« Ops! Scusa! »

« Di niente… »

Paperino ridacchiò mentre avveniva lo scambio di cornetta.

« Hai sbagliato apposta, vero? Non ci credo che con i tuoi sensori non ti accorga delle differenze fra i due… »

« Infatti! Ma dato che sono un’emerita sconosciuta, penso che sia normale far finta di confonderli… »

Già, era normale confondere Qui, Quo e Qua. Ci voleva una grande esperienza per imparare a distinguerli senza badare al colore dei cappellini, anche quando erano vestiti tutti uguali per un raduno delle GM, anche solo dalla voce per telefono. Un’esperienza che aveva solo lui e forse i loro genitori. Persino Nonna Papera, di tanto in tanto, sbagliava!

Lui, mai. Nemmeno una volta. Neanche quando i tre discoli s’impegnavano per confonderlo. Per un certo periodo era diventata una vera e propria sfida fra loro, ma lui aveva sempre vinto.

« Paperino, mi senti? »

« Oh, scusa, ero sovrappensiero… »

« Immagino… come sta il tuo nipote preso dagli evroniani? »

« Lyla! Qua e Quo potrebbero sentirti! »

« No, tranquillo! Appena mi hanno passato la cornetta sono saliti sopra a giocare, possiamo parlare tranquillamente… »



Quo e Qua erano effettivamente al piano di sopra. Ma non giocavano.

La storia raccontata loro da Paperino non li aveva convinti. Conoscevano lo zio almeno quanto lui conosceva loro, e non potevano non notare la pausa sospetta a metà della frase. Poteva essere stanchezza o preoccupazione. Forse. Ma altre due cose non li convincevano.

Prima di tutto, la diagnosi. Allergia? Impossibile! Tutti e tre avevano prestato servizio nell’infermeria durante i campi delle Giovani Marmotte e conoscevano tutti i sintomi delle allergie, sapevano anche come comportarsi in presenza di quasi tutti i sintomi, dalle bolle sulla pelle alla crisi epilettica. Ma una cosa del genere non l’avevano mai né vista né sentita. Inoltre, si erano sottoposti tutti e tre alle prove allergiche: Qua era risultato allergico alla polvere, Quo agli agrumi. Ma Qui non aveva nessuna allergia, neanche una.

E poi, più semplicemente, sentivano che c’era qualcosa che non andava. Forse era quel famoso rapporto empatico che si dice esserci fra i gemelli, non lo sapevano neanche loro. Ma lo stesso legame li aveva portati entrambi, senza mettersi d’accordo, a salire le scale e attaccarsi all’altro ricevitore per spiare la telefonata fra loro zio e quella strana giornalista.

Uno era troppo preso dalle complicate manovre per avviare l’astronave per accorgersene. Lyla era troppo concentrata sul discorso che gli stava facendo Paperino per accorgersi della presenza di un altro apparecchio. E i gemelli sapevano essere silenziosi quanto bastava a non farsi sentire dallo zio.



Lyla continuò con tono rassicurante:« E tu come stai? »

Si sentì un sospiro, prima di un fiume di parole:« Come vuoi che stia? Ho passato la giornata sfacchinando come fattorino a 00 news; sono stato insultato tutto il giorno da Angus; ho dovuto nascondermi come un ladro per indossare il costume ed andare ad affrontare sui cieli di Paperopoli cinque maledetti evroniani, che come souvenir mi hanno lasciato un nipotino in stato di semicoolflame; ho dovuto mentire agli altri due per poter salire su un’astronave ed andare ad affrontare i peggiori vampiri succhia-emozioni dell’universo per poter loro riportare il fratellino sano e salvo per domani, che hanno un compito in classe; non so se tornerò vivo e… ah, già, mi sto perdendo la partita del Paperopoli! Secondo te come sto? »



Quo e Qua si guardarono sconvolti. Si, certamente anche per il discorso che avevano appena sentito, totalmente assurdo e fuori dal mondo… letteralmente, visto che si parlava di alieni! Ma non solo. Più il discorso avanzava, più la voce del loro zietto preferito si abbassava di tono e le parole diventavano meno biascicate e più comprensibili, anche per un estraneo non abituato come loro a criptografare la parlata di Paperino.

Dovettero rendersi conto che la voce che stavano ascoltando non era più quella di zio Paperino. Era una voce che qualsiasi paperopolese conosceva bene.



Lyla riprese:« Quindi andrai ad affrontarli? »

Pikappa rispose:« Ho altra scelta? »

« Non vuoi che venga con te? Io potrei… »

« No. È una faccenda che devo risolvere da solo. Riguarda solo me, Qui e gli evroniani. Tu bada solo che Quo e Qua vadano a letto tranquilli, per quanto possibile. Ho promesso loro che domattina si sarebbero svegliati trovando Qui nel suo letto e non mai mancato una promessa con loro. Questa non sarà la prima. »

Lyla sorrise:« Va bene, eroe! Posso solo farti una domanda, prima di lasciarti alla tua eroica missione? »

« Spara! »

« Visto che sai parlare molto bene, perché non parli così anche nella vita di tutti i giorni? I tuoi discorsi sono molto più comprensibili e, se permetti una nota femminile, la tua voce risulta molto più affascinante… sicuramente eviteresti le prese in giro di Angus! »

Paperino non rispose subito. Non ci aveva mai pensato. Cosa sarebbe successo se dopo tanti anni si fosse presentato a Paperina parlando come Pikappa?

Lo sguardo ricadde su Qui e, ripensando al comportamento da semicoolflame del nipote, il papero trovò la risposta.

« Perché questo è ciò che la gente si aspetta da Paperino. Qualsiasi altra voce stonerebbe ancora più stonata di questa… »

« Capisco. Buona fortuna, allora, Paperinik! »

« Grazie, ne avrò bisogno! »



Pikappa chiuse la telefonata.

« Scusa, Uno! Temo che siano passati ben più di quattro minuti, ma ora possiamo andare! »

« Tranquillo socio! »

« Posso chiederti di continuare a sorvegliare casa mia insieme a Lyla? Non si sa mai… »

« Se ci sono problemi ti avverto! »

« Bene! Per curiosità, qual è la nostra destinazione? Non di nuovo Venere, spero! »

L’ologramma gli fece l’occhiolino:« No, stavolta è Giove! »

Paperinik sorrise un po’ tristemente:« Bè, almeno vedrò un panorama nuovo! Possiamo partire, Uno! »

« Distacco! »



La navetta sulla cima della Ducklair Tower si staccò e sparì alla vista nel giro di qualche secondo.

Paperino ingannò l’attesa della battaglia mostrando a Qui, con tutta la gioia e la serenità che gli fu possibile trovare in quella situazione, l’incredibile panorama dello spazio profondo, con tutte le stelle e i pianeti.

Non notò che Uno non gli aveva più rivolto la parola da quando avevano lasciato la Terra, e l’intelligenza artificiale ringraziò ancora una volta che il suo software superiore gli consentisse anche di mentire. O per lo meno di non rispettare gli ordini.

Perché a casa di Paperino non andava tutto bene, proprio per niente.

Anche Lyla, che inizialmente non sapeva della presenza di Uno, ma di cui poi si era accorta, era abbastanza preoccupata. Il droide era uscito scansionando le vie con tutti i suoi sensori, mentre Uno conduceva una ricerca parallela tramite tutte le telecamere di controllo della città.

Nessuno dei due si sognava nemmeno lontanamente di avvertire Pikappa della scomparsa degli altri due nipoti…


Ciao! Visto il gradito successo, pubblico il terzo capitolo! Ringrazio davvero tutti per i commenti positivi e spero di non deludervi neanche stavolta... pian piano aggiugiamo tasselli alla trama! Dal prossimo capitolo meno sentimenti e più azione, promesso!
Grazie a tutti, e spero che commentiate anche questa volta!
 
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view post Posted on 23/3/2012, 20:47
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Solo una parola: Bravissima!! :D Solo ora li ho visti e letti... ^_^
 
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evose
view post Posted on 24/3/2012, 14:41




peccato... mi piaceva troppo questa introspezione!
 
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